INCONTRI CON GLI ALTRI CANI

Una delle prime caratteristiche che viene sottolineata quando cominciamo a informarci e a studiare il comportamento canino è proprio il suo essere animale sociale. Il cane, insieme con altri suoi simili, tende a fare branco come il suo antenato lupo. Tende a ricreare dinamiche di capobranco/ soggetti gregari sia con i suoi simili che vivono nella stessa famiglia, sia con soggetti che incontra in modo abitudinario. Il cane ha sempre in testa la famosa scala gerarchica, contestata da alcune correnti di pensiero umane ma che è una realtà per i nostri amici a quattro zampe. È qualcosa che dobbiamo tenere presente nel momento in cui decidiamo di adottare un secondo cane (avendone già uno in casa), oppure un terzo avendo altri due. Soggetti che obbligatoriamente vivranno insieme (perché l’hanno deciso i loro umani) avranno bisogno del giusto tempo e luogo per incontrarsi, studiarsi, decidere chi comanda e chi si fa comandare. E non possiamo decidere noi, possiamo solo fare in modo che abbiano gli spazi per il confronto, che non necessariamente deve essere violento. Anzi, la maggior parte dei cani non spreca energie in zuffe se può chiarire le posizioni con la famosa ritualizzazione. Gesti, movimenti del corpo, inconfondibili e inequivocabili, almeno per quanto riguarda loro. Noi umani invece comprendiamo la ritualizzazione solo se facciamo un piccolo sforzo, non è il nostro stesso linguaggio d’altra parte!

La stessa cosa vale per i cani che s’incontrano sistematicamente tutti i giorni al parchetto: un territorio che diventa di tutti loro, dove si ricreano le dinamiche del branco. Per questo, è così difficile entrare in area cani con un soggetto “nuovo” della zona quando all’interno ce ne sono già alcuni che si conoscono molto bene. Dal loro punto di vista, un intruso sta invadendo il territorio… all’attacco!

Quando notiamo determinate reazioni da parte dei soggetti che sono già all’interno dell’area cani, inutile insistere con “ma il mio è buono, non litiga mai!”. Potrebbe stupirci alla grande, facendo un polverone memorabile! Ricordiamoci che non dobbiamo far conoscere al nostro cane tutti, per forza… Non siamo obbligati, non ci è stato prescritto dal medico! Se la situazione invece è rilassata e gli atteggiamenti che notiamo sono benevoli, possiamo entrare e liberare il nostro cane. Certo, dobbiamo togliere il guinzaglio. Quando i cani fanno conoscenza tra di loro non devono essere legati, perché inconsciamente potremmo alterare il loro comportamento e la conseguente reazione degli altri soggetti. Lasciamo che se la sbrighino tra di loro: annusatine reciproche del posteriore (le ghiandole situate sotto la coda portano l’odore del cane, una vera e propria carta d’identità, chiariscono età, stato di salute, sesso, posizione gerarchica… tutte informazioni vitali per l’altro cane), movimenti della testa, delle orecchie, della coda, spesso è coinvolto anche il sistema pilifero (alcuni cani, quando sono particolarmente contenti, fanno “la crestina” alzando i peli sul filo della schiena, ma non è un segno di minaccia). Se i cani, in questa fase, chiariscono subito la loro posizione dopo pochissimo cominceranno a correre e giocare felici. Se invece notiamo che uno mette la testa sopra l’altro, e questo fa lo stesso subito dopo, significa che non hanno deciso chi comanda e chi si fa comandare. Potrebbero anche passare a uno step successivo, dove per misurarsi magari provano a spintonarsi e a far valere la loro fisicità. Difficile che due cani inizino a litigare di brutto, se non hanno un motivo valido per farlo. Che potrebbe essere un terzo soggetto (due maschi che si conoscono, una femmina che assiste ad esempio), una pallina lanciata dal padrone di un cane che diventa oggetto del desiderio degli altri, un bocconcino gettato in mezzo al mucchio… Meno ci mettiamo in mezzo, meglio è. Lasciamo che si spieghino tra di loro. Interveniamo solo se necessario.

E se invece l’incontro con un altro soggetto avviene fuori dalle aree cani? Ad esempio, ci incontriamo sul marciapiede? In luogo ristretto? Ecco, qui bisogna fare particolare attenzione, i cani con i loro movimenti (di nuovo la ritualizzazione) iniziano a comunicare con l’altro soggetto molto prima di essergli vicino, e a lanciare segnali. Che noi come conduttori dobbiamo essere pronti a recepire e ad esempio evitare che due soggetti, che da distante se la sono giurata, si trovino obbligati allo scontro! Diffidiamo anche di quei proprietari che arrivano a seguito del loro cane, in corsa, guinzaglio che quasi sfugge di mano, urlando “il mio è maschio, il suuuuuuo?” perché il sesso del loro cane conta fino ad un certo punto… quello che è invece evidente è che non sono in grado di gestirlo, tanto meno di evitare una rissa. Facciamo un favore al nostro cane, non obblighiamolo a litigare con un soggetto che ha l’unica sfortuna di avere un padrone “poco attento”…

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